Il Toro sbanca Verona, la Juve celebra gli addii di Chiellini e Dybala
Sorrisi granata nel penultimo turno del campionato di serie A
Mister Juric conduce il Toro a fare il colpaccio dell'ex nell'amata Verona. La Juve, ormai svuotata e svagata, dapprima perde in maniera rocambolesca la finale di Coppa Italia al termine di una partita che ha rappresentato la sintesi di tutte le carenze e gli errori stagionali, quindi rovina la festa d'addio di Chiellini e Dybala facendosi rimontare all'ultimo secondo due reti dalla Lazio, che ottiene in tal modo la qualificazione alla prossima Europa League. I sorrisi sono solo granata nella penultima giornata di campionato.
Ritocchi mirati per i torinisti al Bentegodi in una gara tra due formazioni che non avevano più nulla da chiedere all'annata. Davanti al confermato e sempre efficace Berisha, Juric imperniava la difesa su Izzo, Zima e Rodriguez affidando le fasce laterali ad Aina e Vojvoda, con Lukic e Ricci a interdire e costruire gioco. Ritorno ai titolarissimi Brekalo e Praet sulla trequarti, mentre capitan Belotti aveva come al solito il compito di caricarsi sulle spalle il peso dell'attacco.
Solida la partenza della squadra di Juric, che conteneva l'iniziale sfuriata degli scaligeri e colpiva alla prima occasione con la pennellata d'autore di Brekalo. Dopodiché, matura amministrazione del vantaggio fino all'intervallo, col portiere granata a blindarlo quando chiamato in causa. Ripresa sulla falsariga della prima frazione. Le sostituzioni facevano rifiatare i giocatori più affaticati e il Toro non disdegnava di pungere ancora, legittimando il successo col clamoroso palo timbrato dal subentrato Pellegri a dieci minuti dal termine. Il triplice fischio suggellava il pomeriggio felice dei torinisti, che nell'anticipo casalingo di venerdì sera cercheranno di chiudere in bellezza, magari confidando in una Roma "distratta" dall'imminente finale di Conference League.
Coppa Italia al fiele e Simone Inzaghi sempre bestia nera di Allegri. La Vecchia Signora si assopisce in partenza, poi facendo leva sul solito orgoglio la ribalta con due lampi e sembra poter gestire la situazione, ma in vista del traguardo commette i soliti errori (leggi evitabili falli in area sanzionati dal VAR), vanifica tutto e crolla nei supplementari restando con un pugno di mosche in mano.
Festa per il congedo di Chiellini e Dybala nel posticipo del lunedì sera e Juve che sembrava riuscire a celebrare i suoi campioni recitando il solito copione. Dopo avere rischiato sul tiro di Cataldi che scheggiava la traversa, la squadra di Allegri colpiva con l'incursione di Vlahovic, il quale sorprendeva la difesa avversaria su assist del generoso e ispirato Morata (tra i migliori in campo in versione Mandzukic). Archiviata la passerella dedicata dallo Stadium e dai compagni al 17' (un minuto per ogni anno trascorso nella Juve) a Chiellini, i bianconeri (che sfoggiavano il nuovo look della prossima stagione) si abbassavano lasciando il pallino del gioco alla Lazio e la punivano grazie al megistrale contropiede finalizzato dall'attaccante spagnolo.
Due reti di vantaggio all'intervallo e partita in ghiaccio? Con la Juve di questa stagione una pia illusione. Difatti nella ripresa, complici sostituzioni a raffica e clima festaiolo, i biancocelesti accorciavano subito le distanze su calcio d'angolo ringraziando lo schieramento da belle statuine della difesa di Allegri, chiudevano a a lungo i rivali nella loro metà campo e nell'ultima azione del recupero, sfruttando la cattiva gestione tattica della "sgroppata ignorante" di Cuadrado che avrebbe dovuto chiudere la gara, confezionavano il mortifero quanto beffardo contropiede con cui Milinkovic-Savic gelava lo Stadium dando il via alla festa degli Aquilotti di Sarri e dipingendo un tirato sorriso di circostanza sui volti di tifosi e protagonisti sul prato delle celebrazioni per il capitano, cui si aggiungeva l'estemporaneo omaggio a Dybala condito dagli impietosi fischi all'indirizzo della dirigenza bianconera.
Per la Juve l'ennesima partita gettata alle ortiche sul filo di lana, indice di una mentalità vincente smarrita in una stagione da dimenticare al più presto. Prima di voltare pagina, l'ultima recita sabato sera in casa della Fiorentina, dove un gruppo che ha ormai staccato la spina dovrà cercare almeno di evitare la figuraccia conclusiva di regalare punti in chiave europea anche all'acerrima rivale viola.
Fotografia: www.torinofc.it