La Juve convince, il Toro si smarrisce a San Siro dopo un'ora di gioco
Ancora un turno di campionato dai due volti per le squadre torinesi in serie A
Segnali convincenti da parte di una Juventus che comincia ad ingranare, mentre la grande illusione del Torino svanisce dopo un'ora di gioco quasi perfetta, facendolo ripiombare nella triste realtà di questo travagliato avvio di stagione. Ancora un turno di campionato dai due volti per le rappresentanti del calcio sotto la Mole. Ad aprire le danze i bianconeri nell'anticipo del sabato contro il volitivo Cagliari, che partiva forte sorprendendo inizialmente la squadra di Pirlo.
Col passare dei minuti la Vecchia Signora prendeva le misure agli avversari e cominciava a macinare gioco grazie ad un insistito palleggio di qualità e ad una manovra avvolgente per creare varchi nel compatto assetto difensivo avversario, sino a concretizzare con merito la propria supremazia nel finale della prima frazione ad opera del "solito" Cristiano Ronaldo, ancora una volta cecchino infallibile, trascinatore ed elemento imprescindibile dei bianconeri. Didascalico il suo uno-due, per tecnica e potenza nel calciare in occasione della rete del vantaggio, per tempismo e coordinazione nella giocata del raddoppio (fotografia: Eurosport).
Oltre alla straordinaria condizione del portoghese, le note positive arrivavano dalla determinazione e dalla concentrazione del reparto arretrato, in cui spiccava l'inedita quanto ben assortita coppia centrale De Ligt-Demiral (sicurezza da veterano per l'olandese, implacabile il turco che aveva al suo attivo anche un assist e una traversa), annullando l'evanescente Simeone e contenendo le incursioni di Joao Pedro. Sulle corsie esterne imperversavano il capitano di serata Cuadrado e Danilo, mentre nel settore nevralgico Arthur cominciava a calarsi nel ruolo del metronomo ben supportato da Rabiot. Determinato e in netta crescita Bernardeschi (che al di là del gol annullato deve trovare comunque maggior "cattiveria" in fase conclusiva), sprazzi di classe da Kulusevski, generoso e tatticamente prezioso Morata, col solo neo dei troppi fuorigioco "millimetrici" che continuano a vanificare il lavoro suo e dei compagni.
Dopo l'intervallo la squadra di Pirlo manteneva la concentrazione e Buffon non correva rischi, fatta eccezione per l'assist con cui Ronaldo permetteva a Klavan di accorciare le distanze prima che la bandierina dell'assistente segnalasse la posizione di fuorigioco di Marin. In più occasioni i bianconeri sfioravano la terza rete mancandola per scarsa incisività e difetto di mira (altro piccolo neo di una prestazione ampiamente positiva), quindi la girandola delle sostituzioni accompagnava la partita verso il termine concedendo minuti preziosi in vista dell'impegno di Champions con il Ferencvaros, con l'ulteriore soddisfazione di aver mantenuto inviolata la porta per la seconda volta in campionato.
Torino dalla grande illusione all'ennesima, enorme amarezza. I granata, falcidiati dalle positività al Covid (quattro giocatori più l'allenatore Giampaolo) e bersagliati dalla sfortuna (problema fisico per Belotti durante il riscaldamento), scendevano in campo a San Siro in formazione rimaneggiata e quasi obbligata. Di conseguenza l'Inter assumeva l'aspetto di un Everest da scalare, ma i ragazzi guidati per l'occasione in panchina da Conti non si demoralizzavano e approcciavano nel modo giusto la gara. Concentrati e determinati, con un 3-5-2 speculare a quello degli avversari "incartavano" i nerazzurri tenendo bassi i ritmi e replicando di rimessa negli spazi che si aprivano fra i reparti interisti, non sempre registrati al meglio. La difesa torinista reggeva, sulle fasce laterali brillavano il sorprendente Singo (tra i migliori in campo) e il ritrovato Ansaldi, mentre il centrocampo sopperiva con la quantità e l'applicazione ad un'oggettiva carenza di qualità. Pericolosi in attacco Zaza e Verdi, anche se non cinici come avrebbero dovuto.
Dopo l'infortunio di Verdi, la splendida manovra fatta tutta di triangolazioni finalizzata da Zaza in pieno recupero suggellava una prova quasi perfetta che proseguiva sino all'ora di gioco, quando l'esterno mancino argentino raddoppiava dal dischetto trasformando il rigore giustamente concesso dopo l'esame al VAR per il fallo di Young su Singo.
Con il risultato in mano e la clamorosa impresa ad un passo, il Toro crollava un'altra volta dimostrando di non avere ancora la personalità e la maturità necessarie a gestire le situazioni di vantaggio. Immediata e veemente la reazione dell'Inter (complice anche una sontuosa panchina), ma sconcertante la fragilità dei granata, che si facevano schiacciare ed incassavano due gol in tre minuti.
Dopodiché commettevano il peccato di andare a sfidare ad armi pari i nerazzurri cercando di riportarsi in vantaggio, venendo puntualmente puniti dalla squadra di Conte, sempre "pazza" nonostante i diversi auspici del proprio allenatore, che completava l'incredibile rimonta dapprima sfruttando il tiro dagli undici metri accordato tramite l'impeccabile VAR, quindi con un beffardo contropiede in campo aperto. Per il Toro la magra consolazione di una prestazione in crescendo almeno per un'ora, vanificata però dall'ennesima rimonta incassata, che lo relega sempre nei bassifondi della classifica.