La Juve dilaga nella ripresa col Lecce, Toro ko a Cagliari
Una Juventus dai due volti fa ancora leva sulle qualità dei propri assi e dilaga nella ripresa contro un Lecce autolesionista tenendo a debita distanza le inseguitrici, mentre il Torino dalla personalità indecifrabile ed incostante affonda a Cagliari restando per ora tranquillo solo grazie ai risultati negativi delle concorrenti alla salvezza.
Turno di campionato con poche luci e parecchie ombre per le rappresentanti del calcio sotto la Mole. Partendo dalla capolista, la Juventus, priva di ritmo e con poche idee in fase di finalizzazione della manovra, è stata imbrigliata per tutta la prima mezz'ora di gioco da un Lecce lucido e conscio dei propri mezzi, che oltre a chiudere ogni varco in difesa ripartiva con efficacia sfruttando gli spazi lasciati dai bianconeri soprattutto sulla sinistra, dove Matuidi, reinventato terzino per necessità, pativa il dinamismo di Rispoli (foto: www.passionedelcalcio.it ).
L'espulsione di Lucioni, che abbatteva Bentancur ormai lanciato a rete, cambiava lo spartito della gara, ma prima dell'intervallo la squadra di Sarri, pur premendo con maggiore intensità, risultava ancora sterile in fase di creazione e finalizzazione del gioco, comprese le due clamorose occasioni divorate da Cristiano Ronaldo e Bernardeschi.
Dopo l'intervallo serviva l'ennesima perla stagionale di un Dybala in forma davvero scintillante per far pendere l'ago della bilancia a favore di Madama, mentre il fuoriclasse portoghese, in crescendo di condizione, vestiva i panni dell'uomo assist e del realizzatore dal dischetto. Tutto in discesa l'ultimo quarto di partita, in cui i pugliesi, con gli uomini contati e senza cambi di spessore, pativano oltremodo l'inferiorità numerica non avendo più la forza di riproporsi in avanti.
La squadra di Liverani cercava solo di contenere e di evitare la goleada (obiettivo non centrato), mentre quella di Sarri sfruttava proprio la profondità della sua rosa, specie con gli innesti di Douglas Costa, le cui accelerazioni "spaccavano" la partita, Ramsey, il quale vivacizzava il centrocampo, e di un rasserenato Higuain, che vedeva premiata la sua voglia di ritorno al gol. Ciliegina sulla torta della fin troppo agevole accademia juventina era la rete del poker messa a segno da De Ligt, tornato a livelli di rendimento e concentrazione del periodo Ajax, sempre meglio assortito con Bonucci e ormai punto fermo della retroguardia bianconera.
Martedì sera l'immediato ritorno in campo nell'insidiosa tana di un Genoa alla disperata ricerca di punti salvezza, in una gara in cui la Juve avrà come unico obiettivo la vittoria per non fare avvicinare le indomite Lazio e Inter. Nella circostanza sarà fondamentale continuare a mantenere la porta inviolata e sfruttare con più cinismo le occasioni create, anche per limitare il dispendio di energie fisiche e nervose. Rotazioni nella formazione iniziale e sostituzioni di qualità potrebbero essere altre frecce nell'arco di mister Sarri.
A Cagliari non tirava neanche il maestrale, ma dopo un illusorio avvio con il vento in poppa il Torino perdeva la rotta e affondava sotto i colpi dei ritrovati rossoblu. La squadra di Zenga concedeva il pallino del gioco a quella di Longo, che difettava però di dinamismo e profondità (emblematico il sacrificio di Belotti a venirsi a prendere palla sulla propria trequarti), venendo incartata dagli avversari. Fatali ai granata, in un primo tempo da incubo, l'errato posizionamento sulle palle inattive che lasciava troppo spazio al limite dell'area a Nandez in occasione dell'eurogol del vantaggio, e i reparti scollegati fra loro, come impietosamente evidenziato dal ribaltamento di fronte che portava al raddoppio di Simeone. Con un centrocampo sovrastato da quello avversario e le corsie esterne trasformate in autostrade per i padroni di casa, solo l'attento occhio del Var, che vedeva il tocco di spalla nell'intervento in area di Nkoulou cancellando il rigore assegnato ai sardi, impediva che la gara andasse in archivio già dopo i primi quarantacinque minuti.
La musica non cambiava in avvio di ripresa e Nainggolan sfruttava le praterie lasciate a sua disposizione per arrotondare il bottino. Solo a questo punto, e troppo tardi, Longo immetteva le forze fresche di qualità di Ansaldi e Verdi, che unite ad una reazione d'orgoglio facevano clamorosamente rientrare il Toro in partita nel giro di cinque minuti. Le prodezze balistiche di Bremer e Belotti, complice questa volta la distrazione difensiva dei cagliaritani sulle palle inattive, venivano però vanificate dall'ennesima ingenuità della retroguardia torinista, che aveva il protagonista negativo in Nkoulou, autore del fallo che mandava Joao Pedro sul dischetto per chiudere la contesa. Gli ospiti si trascinavano in un finale che non aveva più nulla da dire, attendendo il triplice fischio di una sconfitta quasi annunciata.
Domani sera servirà ben altro spirito per affrontare all'Olimpico Grande Torino la Lazio. Gli uomini di Longo dovranno almeno cercare di opporsi con determinazione alla lanciata truppa di Simone Inzaghi. Una sconfitta potrebbe anche essere messa in preventivo. Subirla senza lottare, no. Anche perché il margine di vantaggio sulla zona retrocessione non è ancora rassicurante.