La Juve vince a fatica col Bologna, il Toro scivola a Udine
Una Juve ancora incompiuta viene trascinata dalla vecchia guardia e mantiene la testa della classifica, mentre il Toro fornisce un'altra prestazione a due facce e cade a Udine in un turno di ripresa del campionato dopo la sosta per le nazionali caratterizzato da alti e bassi per le due squadre della Mole.
Contro un Bologna volitivo e coraggioso che giocava anche per il suo allenatore Mihajlovic ed è riuscito a restare in partita sino all'ultimo, i bianconeri hanno mostrato il loro volto “sarriano” solo nelle fasi iniziali delle due frazioni di gioco, in cui facendo leva su ritmo e qualità della manovra hanno ribadito la loro facilità ad andare in rete (foto: ilbianconero.com) .
A stridere sono stati invece il ritorno di un certo lassismo difensivo con poca applicazione nelle chiusure, insicurezze che parevano archiviate (De Ligt su tutti, salvato solo dalla corretta interpretazione del regolamento da parte di arbitro e VAR), l'affanno nella gestione del finale di gara con scelte scriteriate dettate dalla mancanza di lucidità e quella che sta ormai diventando una pericolosa abitudine: ovvero l'incapacità di chiudere la gara (vuoi per una leziosa ricerca di giocate accademiche, vuoi per mancanza di “cattiveria” sotto porta) che ha costretto ancora una volta i bianconeri a soffrire sino al triplice fischio, ringraziando anche la dea bendata (leggi regali degli avversari in occasione dei due gol e traversa sul colpo di testa di Santander) e facendo venire un travaso di bile al loro allenatore.
Monumentali le prestazioni di Pjanic, sempre più padrone del centrocampo, e dell'inossidabile Buffon, nella circostanza salvatore della patria juventina. In palla anche Ronaldo (una perla tecnica la rete del vantaggio) e Higuain, mobili e motivati, sempre alla ricerca della porta, cui solo i guizzi di Skorupski hanno negato una serata di più larghi sorrisi. Oscuro quanto prezioso il lavoro degli esterni, di Bernardeschi e degli altri centrocampisti, con la sola eccezione di Rabiot, apparso ancora spaesato come De Ligt, mentre anche Bonucci ha accusato qualche comprensibile passaggio a vuoto.
Martedì ritorna la ribalta europea della Champions League: avversario di turno allo Stadium una Lokomotiv Mosca da non sottovalutare per continuare spediti nel cammino verso gli ottavi di finale.
A Udine il Torino ha scritto un'altra pagina del suo indecifrabile avvio di campionato sulle montagne russe, incassando la quarta sconfitta stagionale a fronte di tre vittorie e un pareggio. Primo tempo da dimenticare, regalato agli avversari, in cui i granata sono stati in totale balìa dei bianconeri friulani commettendo troppi errori tecnici e tattici (su tutti lo svarione nel posizionamento e nelle chiusure difensive in occasione della rete decisiva di Okaka) e risultando poco incisivi in avanti (ancora piuttosto in ombra Verdi). Solo il palo e le parate di Sirigu hanno concesso alla squadra di Mazzarri di andare al riposo in svantaggio con il minimo scarto, restando in partita.
Migliore la ripresa, in cui si è rivista almeno un po' di determinazione, con i torinisti che hanno alzato il baricentro mettendo in apprensione gli avversari. L'accorta fase difensiva dei friulani e la difficoltà a trovare varchi da parte degli ospiti hanno però vanificato la pressione dei granata, cui non ha giovato nemmeno l'impiego del tridente d'attacco di qualità formato da Belotti, Zaza e Iago Falqué, pericolosi solo con conclusioni da fuori area. Nel finale l'inevitabile aprirsi di varchi serviva su un piatto d'argento le ripartenze all'Udinese, che esaltava ancora il brillante stato di forma di Sirigu.
Trasferta che ha dunque lasciato l'amaro in bocca a mister Mazzarri e ai suoi giocatori, apparsi sempre sul punto di compiere il salto di qualità, ma finora incapaci di spiccare il volo vanificando con pessime prestazioni contro squadre “alla portata” quanto di positivo messo in mostra contro avversari sulla carta di maggiore livello come Atalanta, Milan e Napoli. Ora si apre un trittico di fuoco contro Cagliari, Lazio e Juventus, da cui si potranno trarre ulteriori indicazioni sull'effettiva caratura e le ambizioni dei granata.