Alla Juve il derby d'Italia, il Toro ingabbia il Napoli
La Juve di Sarri dà una lezione di gioco e di tattica all'Inter di Conte, si riprende la vetta della graduatoria e certifica che il divario tra sé e le rivali è ancora consistente. Il Toro ingabbia il Napoli, tiene testa ai più quotati rivali e strappa un punto meritato, suggellato da un finale in crescendo, che muove la classifica e rinfranca il morale dopo il passo falso di Parma. Le due torinesi arrivano dunque con il sorriso alla pausa per gli impegni delle Nazionali, utile a ricaricare le pile e a migliorare la condizione prima di entrare nel vivo della stagione.
Le luci a San Siro sono a tinte bianconere. Ci si attendeva un'Inter arrembante, secondo i canoni tattici e agonistici del suo allenatore, invece a fare la partita è stata la Juventus, subito in rete con un tracciante di Dybala (impiegato da seconda punta, ruolo nel quale rende al meglio e si diverte), poi sicura nel comandare la gara grazie ad un illuminato Pjanic, ben supportato da Matuidi e Khedira, e ad una difesa sempre più solida e attenta, in cui giganteggiava Bonucci ma che veniva tradita dall'ingenuità di De Ligt (in questo caso il percorso di crescita è ancora lungo), che regalava a Lautaro Martinez il rigore del pareggio nerazzurro.
Gli uomini di Sarri non si scomponevano, la qualità del loro fraseggio mandava a vuoto i tentativi di pressing avversario e apriva varchi nella difesa interista, fino a domenica sera granitica. Solo la traversa e il VAR impedivano a Ronaldo e compagni di andare al riposo in vantaggio.
Dopo l'intervallo l'azzardo tattico e la successiva correzione in corsa di Sarri che portavano alla vittoria. Uno spento e spaesato Bernardeschi trotterellava per il campo ancora qualche minuto, poi spazio ad Higuain in un tridente offensivo che finiva però per sbilanciare la Juventus e prestava il fianco al ritorno della squadra di Conte nella parte centrale della frazione, quando i bianconeri si abbassavano troppo. L'innesto di Emre Can per Dybala riequilibrava l'assetto, Bentancur rilevava un Khedira a corto di energie mostrando dinamismo e fosforo in posizione da trequartista, e l'azione decisiva finalizzata dal Pipita a dieci minuti dal termine era l'immagine del “sarrismo”. Per il resto il palo su tiro deviato dalla schiena di De Ligt prima e Szczesny in uscita poi, bloccavano Vecino consentendo alla Juve di sbancare con pieno merito il “Meazza” (fotografia: juventus.com).
Piccolo capolavoro tattico anche per Mazzarri, che ingabbia un abulico Napoli, propone un Toro in crescendo con il passare dei minuti e chiude senza affanni né rischi eccessivi una gara che regala ai granata un pareggio a reti bianche utile base per ripartire dopo una prima parte di stagione troppo altalenante. Sempre sicuro Sirigu tra i pali (sarebbe venuto il momento che Mancini gli affidasse da titolare la porta della Nazionale), la difesa a tre ritrovava solidità e concentrazione in Izzo, Nkoulou e Lyanco (molto positiva soprattutto la prova di quest'ultimo), mentre Ansaldi e Laxalt presidiavano con attenzione e dinamismo le fasce laterali.
A centrocampo filtro e ripartenze grazie a Baselli, Lukic e Rincon, con Verdi a supportare Belotti nel lavoro offensivo. I granata lasciavano ai partenopei il compito di fare la partita imbrigliandone le fonti del gioco e gli unici rischi arrivavano da conclusioni personali estemporanee, soprattutto di Ruiz e Mertens, cui il Toro replicava pericolosamente prima dell'intervallo con Verdi, Rincon e Ansaldi.
Nella ripresa la squadra di Mazzarri continuava a tenere con ordine il campo e non soffriva neppure di fronte al cambio di modulo tattico di Ancelotti, che passava dal 4-3-3 al 4-4-2 inserendo Callejon e Llorente in luogo dei poco ispirati Lozano e Insigne. Un colpo di testa da posizione favorevole del navarro era l'unico brivido che correva lungo la schiena dei tifosi granata, che vedevano i loro beniamini pungere ancora con Belotti e Ansaldi e al triplice fischio potevano tirare un sospiro di sollievo per un risultato che mantiene il Toro nella parte sinistra della classifica, in rampa di lancio per la corsa all'Europa.