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Campionati e Risultati: NAZIONALI REGIONALI PROVINCIALI GIOVANILI    

Credere alla favole? Non nel calcio

La favola è un racconto di fantasia. Nel mondo del calcio non ci sono favole, ma storie che hanno comportato sudore, fatica e tanti sacrifici. Solo con questi presupposti si può uscire dall’anonimato e addirittura vincere per la prima volta un titolo importante come la Premier League.
Il Leicester City di Claudio Ranieri è la dimostrazione di come un allenatore di 64 anni sia riuscito a costruire un gruppo coeso, solido e compatto con giocatori che non godevano certo di grande credito prima dell’inizio del campionato (infatti erano i favoriti per la retrocessione, e Ranieri veniva indicato come uno dei primi a rischio esonero) ma che hanno dato l’anima e applicato alla lettera i suoi dettami correndo a perdifiato per tutta la stagione, col risultato di ottenere successi veramente esaltanti. Una squadra nasce e cresce ad immagine e somiglianza del suo tecnico. Anche il Siviglia di Unai Emery e l’Atletico Madrid di Diego Pablo Simeone, pur non avendo organici di primissima qualità rispetto alle dirette concorrenti, hanno vinto e convinto andando contro ogni pronostico.

Nell’albo d’oro degli Europei ci sono Nazionali che, ben guidate dai rispettivi allenatori, a sorpresa sono riuscite a prevalere sulla ben più nobile concorrenza. La Danimarca nel 1992, benché fosse considerata una squadra modesta, ha sconfitto team decisamente più blasonati. La Grecia nel 2004 in Portogallo ha ripetuto l’impresa e sovvertito l’ordine dei valori.

Negli Europei del 2016 l’Italia di Antonio Conte è andata al di là di ogni più rosea previsione. La stessa Islanda, pur perdendo contro la Francia, ha conseguito performance inattese. Quando al Galles si sono spente le energie ed è venuta meno l’intensità si è dovuto arrendere a Cristiano Ronaldo and company. Comunque il Galles è protagonista di una parabola che contiene utili insegnamenti. Sotto la guida del Commissario Tecnico Chris Coleman gli inizi sono stati disastrosi: 5 sconfitte consecutive con un pesante 6-1 subito dalla Serbia. Il tecnico era disperato. Probabilmente lo shock del suicidio del suo predecessore e grande amico Gary Speed aveva generato una diffusa frustrazione e uno sbandamento psicologico generale. Poi pian piano, facendo leva sull’orgoglio e il carattere dei suoi ragazzi la Nazionale gallese è risalita fino a posizionarsi ai vertici del calcio continentale. Una rappresentativa che aveva un solo fuoriclasse, Gareth Bale, e tanti dopolavoristi. Certo, Aaron Ramsey è un buon giocatore così come Joe Allen. Elogi incondizionati spettano quindi all’allenatore. Il Galles non ha un campionato, per cui non ha un bacino d’utenza locale e quindi i giocatori gallesi sono sparsi un po’ ovunque soprattutto in Premier League e nei campionati minori.

Coleman ha allestito un complesso omogeneo che sfrutta appieno le caratteristiche fisiche e atletiche della squadra e ha valorizzato giocatori come Robson Kanu, autore di uno spettacolare gol di tacco contro il Belgio. A Robson Kanu, fra l’altro, è appena scaduto il contratto col Reading che non glielo ha rinnovato. O come Sam Vokes, centravanti del Burnley che militava in Championship (la Serie B inglese) ma che grazie ai suoi 15 gol in campionato è ritornato nella massima serie. Da citare anche Neil Taylor sangue indiano esterno dello Swansea di Guidolin. Ramsey è il creativo del gruppo, al suo attivo ha 4 assist e 1 gol contro il Belgio. I Dragoni, quando sono a pieno regime, impongono ritmi folli per tutto l’arco dei match senza mai fermarsi, eppure ci sono giocatori come Chris Gunter che ha alle spalle una stagione con 65 partite. La preparazione atletica è fondamentale, la carica motivazionale, il rigore tattico, l’ottima organizzazione di gioco sono fattori essenziali che possono sovvertire i pronostici e colmare i gap tecnici.

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  Scritto da Tiziano Crudeli il 16/07/2016
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