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Quagliarella e i forzati della non esultanza

Epopea di una cattiva abitudine

Chi di non esultanza ferisce, di non esultanza… Il 'saluto' della Maratona sancito con striscione allo stadio Olimpico con l'Empoli, rappresenta idealmente 'la chiusura del cerchio' attorno a chi, della non esultanza è diventato il simbolo: Fabio Quagliarella. Sottoscriviamo la 'richiesta di moratoria' del giornalista Pippo Russo  contro le non esultanze, perchè della negazione della gioia massima e ultima del calcio, in nome di non si sa quale rispetto di chi, non se ne può più. Ad ogni latitudine: dalla brillantinata Serie A, fino all'ultimo campo dei dilettanti, dove la non esultanza a volte si raffigura in un quasi grottesco diniego della gioia comune in nome della propria militanza passata… Un po' come andare al cinema e non poter mangiare popcorn perchè potrebbe dare fastidio al vicino… Fabio Quagliarella - simbolo e 'martire' di se stesso - dopo il gesto al San Paolo di Napoli ha dovuto passare giornate a scusarsi e spiegarsi, ottenendo il risultato, probabilmente, di peggiorare ancora di più la situazione… Contrappasso o 'punizione divina' perchè non esultare, a nostro avviso, non significa rispettare il passato ma 'oltraggiare' il presente. Il concetto di libertà arriva fin dove comincia la libertà degli altri, la non esultanza invece ribalta il concetto: la tua libertà finisce dove comincia il presunto fastidio altrui… In un calcio sempre più 'da copertina e politically correct questo passa il convento. Noi però preferiamo ricordare le parole di uno come Maradona che disse: «Se fossi ad un matrimonio col più bel vestito bianco ed elegante e vedessi arrivare un pallone completamente infangato, non esiterei a stopparlo di petto!». Noi vogliamo godere… ed esultare! Nel rispetto di ognuno ma soprattutto di noi stessi!

Marco Marone

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  Scritto da redazione_piemonte il 10/01/2016
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